Nel 2021 l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha implementato i progetti dell’associazione Demetra Donne in aiuto con un ulteriore finanziamento di 20mila euro grazie al quale sono stati aperti due nuove sportelli ad Alfonsine e a Massa Lombarda. Il primo aperto il lunedì dalle 9 alle 13 e situato nella sede del Municipio (in piazza Antonio Gramsci 1 – Alfonsine), il secondo aperto i martedì, dalle 9 alle 13 e situato nella sede dell’Udi (Piazza Marmirolo, 1 – Massa Lombarda). L’altra implementazione ha riguardato l’apertura di uno Sportello di consulenza psicologica per donne che si rivolgono al Centro antiviolenza lughese. La violenza nelle relazioni di intimità è fonte di trauma e di conseguenze psicologiche sulle donne che i Centri antiviolenza che aderiscono al Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna rilevano con attenzione da anni. Tra le conseguenze della violenza ci sono ansia, depressione, perdita dell’autostima, paura, flashback e anche comportamenti che le donne possono mettere in atto per sopportare la sofferenza quali abuso di farmaci o di alcol e ancora conseguenze sulla vita lavorativa come la perdita del lavoro per assenze o calo nel rendimento perché viene meno la concentrazione. L’associazione ha voluto quindi arricchire le azioni di sostegno offerte alle donne e oltre alle consulenze legali, agli accompagnamenti nel percorso di uscita dalla violenza per denunce o processi e alla ricerca di una occupazione con lo Sportello Lavoro finanziato dalla Regione Emilia – Romagna da più di 15 anni, ha inteso mettere a disposizione delle donne accolte al Centro antiviolenza oppure ospitate nelle Case Rifugio, la possibilità di fare percorsi di sostegno con una psicologa esperta nel trauma e nelle sue conseguenze. Dall’apertura dello Sportello avvenuta nell’ottobre del 2021, sono stati svolti 47 colloqui complessivi e sono state inserite nel progetto 11 donne: 3 italiane e 8 straniere, e di queste 3 nella fascia d’età tra i 20 e i 30 anni, 4 nella fascia d’età tra i 30 e i 40 anni e 4 nella fascia dell’età tra i 40 e i 50 anni.
Il progetto è stato importante per dare maggior sostegno alle donne che intraprendono percorsi di uscita dalla violenza e che devono mettere in campo risorse personali per far fronte ad un cambiamento radicale della loro vita che passa attraverso tempi lunghi d’attesa per la conclusione dei processi penali se denunciano, o civili per le cause di affidamento dei figli. E ancora perché spesso dopo la separazione devono affrontare difficoltà economiche, e criticità nella relazione con i figli anch’essi spesso vittime di violenza assistita.
“Attraverso lo sportello psicologico – spiega Elisa Forlani, psicoterapeuta e referente dello Sportello consulenza psicologica – viene offerto uno spazio di ascolto empatico e non giudicante, dove le donne che accedono possono iniziare ad elaborare il proprio vissuto e sentirsi sostenute nel processo di uscita dalla violenza. Le donne che si rivolgono ad un centro antiviolenza spesso hanno una rete di supporto familiare deteriorata, mentre il sostegno istituzionale risulta, a volte, inadeguato. Alle loro richieste di aiuto è quindi importante offrire un intervento che tenga conto anche dei loro bisogni emotivi. In quest’ottica, il lavoro in rete che è stato avviato coi servizi del territorio ha portato a una collaborazione proficua e un miglioramento reciproco”.