Non servono Vademecum alle donne vittime di violenza

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Non dipende essere andate all'ultimo appuntamento

Il 27 maggio scorso, l’Italia è stata turbata dal femminicidio di Giulia Tramontano, una giovane donna, uccisa al settimo mese di gravidanza, a Senago, da Alessandro Impagniatiello, il suo compagno.

Quello di Giulia Tramontano, è stato il 47esimo femminicidio secondo alcuni siti che tengono viva la memoria delle donne uccise nelle relazioni di intimità. È stata uccisa perché era diventato un intralcio alla seconda vita del compagno che aveva una relazione con una collega. O forse è stata uccisa per aver smascherato le sue menzogne. Letizia Mannella, procuratrice aggiunta del Tribunale di Milano, durante la conferenza stampa sull’arresto di Impagniatiello, ha detto che questo femminicidio: “A noi donne insegna che non dobbiamo andare ad un ultimo incontro di spiegazione”. Parole pronunciate in buona fede ma tremendamente maldestre là dove indicano il femminicidio come “l’insegnamento” che le donne dovrebbero apprendere per capire cosa può accadere se non sono abbastanza brave, consapevoli, prudenti, scafate da evitare di saltare sul campo minato della violenza maschile, mentre le mine restano a dettare le asimmetrie e le gerarchie di potere tra uomini e donne. La prevenzione, lo diciamo da anni, non può essere fatta con raccomandazioni e vademecum che suggeriscono alle donne di non andare all’ultimo incontro chiarificatore, di evitare strade buie e a prestare attenzione alla lunghezza delle gonne o alla profondità delle scollature. 

Tantomeno è accettabile la responsabilizzazione delle vittime per non essere stata capace di salvarsi.

Ma le Istituzioni che cosa fanno quando una donna chiede aiuto? Che interventi mettono in campo? 

D.i.Re donne in Rete, di cui Demetra socia, ha realizzato due indagini sulla vittimizzazione che trovano conferma nelle relazioni della Commissione femminicidio che è stata presieduta dalla senatrice Valeria Valente nella precedente legislatura.

La Commissione e le ricerche D.i.Re, hanno rilevato lacune nelle risposte alle vittime di violenza.

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